I Giudici possono stabilire il mantenimento del figlio sulla base di una presunzione, quindi non basta dichiarare redditi bassi per ottenere una riduzione del mantenimento per il figlio minore.
Tale fattispecie riguarda un padre che chiedeva la riduzione dell’assegno di mantenimento della figlia dall’importo originario di 500 euro mensili fissato dai giudici di merito a 300 euro.
L’uomo si duoleva che i giudici di prime cure avessero presunto un maggior livello reddituale dello stesso rispetto alle risultanze delle dichiarazioni fiscali senza valutare altresì l’irrilevanza dell’immobile di sua proprietà, privo di qualsiasi redditività, ereditato dai genitori.
Nell’ ordinanza 19103/2015, confermando la decisione resa in appello, la Corte di Cassazione ha stabilito che i redditi dichiarati al fisco da parte dell’uomo “non solo non gli consentirebbero qualsiasi contribuzione al mantenimento della figlia ma sarebbero insufficienti anche al mantenimento dello stesso ricorrente”.
Pertanto, anche in relazione all’esistenza di un patrimonio intestato all’uomo “con rilevante valore catastale”, gli Ermellini hanno dedotto “l’inverosimiglianza dei redditi dichiarati e hanno presunto un reddito minimo sulla base del quale è stato determinato l’ammontare dell’assegno”.
Inoltre, non risulta discussa nel giudizio di merito la circostanza dell’ammissione al gratuito patrocinio a spese dello Stato, al fine di dimostrare la verosimiglianza del reddito dichiarato al fisco né comunque può ritenersi di per sé che tale ammissione sia rilevante ai fini del giudizio.
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