Errore medico: Malasanità. In Italia sono in aumento i casi di malasanità.
Capita, infatti sempre più spesso, di essere vittime di errori medici e sanitari.
Tali errori possono essere causati da cattiva organizzazione, da mancanza di esperienza o da distrazione da parte del personale medico.
Se si rimane vittima di un errore medico, il paziente danneggiato o in sua assenza la sua famiglia, può chiedere il risarcimento del danno.
Per prima cosa in caso di responsabilità medica il paziente danneggiato ha l’obbligo di rivolgersi ad un organismo di mediazione presente nella città dove ha sede il Tribunale competente per la lite, per cercare di trovare un accordo.
Se l’accordo fallisce, il paziente danneggiato dovrà decidere se citare in giudizio il medico, la struttura sanitaria (ospedale o clinica) oppure fare causa direttamente all’assicurazione.
In ogni caso, il paziente che intende agire direttamente contro l’assicurazione ha l’obbligo di chiamare in causa anche l’assicurato( la struttura sanitaria o il medico).
Prima della recente riforma della responsabilità sanitaria, il paziente danneggiato poteva chiedere il risarcimento del danno sia alla struttura sanitaria sia al medico. Ora, con la legge 8 marzo 2017 n. 24 il paziente danneggiato da un errore medico, può citare in giudizio direttamente l’assicurazione del medico o della struttura sanitaria ed ottenere così il risarcimento senza dover prima citare la clinica, l’ospedale o il medico.
L’assicuratore ha l’obbligo di formulare al paziente un’offerta di risarcimento del danno o di comunicare i motivi di insussistenza dell’obbligo risarcitorio.
Il paziente danneggiato ha 10 anni di tempo per richiedere il risarcimento del danno alla struttura sanitaria, ma se vuole rivalersi anche nei confronti del personale sanitario può farlo solo entro 5 anni dal presunto errore, e in questo caso deve anche accollarsi l’onere della prova.
Il paziente danneggiato deve cioè dimostrare che il danno subito è stato causato da un comportamento colposo, mentre in passato era il medico che doveva provare la sua innocenza.