È lecito vedere film porno, anche sul posto di lavoro, a patto che la visione avvenga durante la pausa mensa!
Nella fattispecie un dipendente della Fiat è stato licenziato dall’azienda poiché era stato trovato nel suo armadietto un pc e tre dvd a carattere pornografico.
Il Tribunale di primo grado ha respinto la domanda del lavoratore il quale ha presentato con successo ricorso in Corte d’Appello per impugnare il licenziamento, sostenendo che aveva visto solo parte del film a luci rosse durante la pausa pranzo.
L’azienda ha quindi proposto ricorso in Cassazione per il licenziamento del dipendente rimarcando che il licenziamento era stato inflitto per giusta causa in quanto lo stesso svolgeva attività estranea alla prestazione lavorativa.
Nella sentenza n. 20728/2015, gli Ermellini, infatti, ritenendo le doglianze infondate e condividendo la tesi dei giudici d’Appello, hanno affermato che gli elementi raccolti contro il lavoratore non erano “sufficienti a fondare la certezza che durante l’orario di lavoro il dipendente si fosse dedicato alla visione dei filmati potendo, tutt’al più, alimentare il sospetto che ciò possa essere avvenuto, che però non è idoneo a ritenere provato l’addebito”.
In tale contesto, la Suprema Corte ha dato peso al fatto che al momento dell’ispezione non fosse in corso alcuna attività di visione di filmati ma che anzi il pc e i dvd fossero ben chiusi negli armadietti presenti nel locale e ciò accadeva “intorno alle ore 14,00” e, quindi, quando era appena iniziato il turno lavorativo.