Divorzio e depressione: Con la sentenza del 2 ottobre 2020 n. 21140 la Cassazione ha stabilito che spetta l’assegno di divorzio alla ex moglie che ha perso il lavoro, la quale ha difficoltà anche per l’età a trovarne un altro e soffre di depressione. Ciò perché un forte stato d’ansia e depressivo compromette inevitabilmente la ricerca di un nuovo lavoro che garantisca autosufficienza.
Divorzio e depressione: La Suprema Corte è giunta a tale conclusione a seguito di un procedimento promosso da una donna a cui in sede di divorzio non era stato riconosciuto un assegno divorzile e che, anni dopo, ha richiesto in Tribunale la modifica dei patti di divorzio poiché non era più in grado di lavorare a causa del suo stato di salute mentale riconducibile alla depressione e che l’aveva condotta al licenziamento. Il Tribunale ha respinto la richiesta della donna ritenendola ancora in grado di procurarsi redditi. La donna ha così proposto ricorso in Corte d’Appello riuscendo a dimostrare il netto peggioramento delle proprie condizioni di salute rispetto a quelle sussistenti al tempo della pronuncia di prima grado della sentenza di divorzio ottenendo, tuttavia, un accoglimento parziale della domanda in quanto la situazione patrimoniale del marito non risultava essere mutata nel corso degli anni e ciò ha spinto i giudici della Corte d’Appello a determinare l’assegno di mantenimento in soli 200 euro mensili.
Divorzio e depressione:Il marito della donna ha promosso così ricorso in Cassazione contestando i sopravvenuti mutamenti che, a suo avviso non giustificavano affatto la domanda della ex moglie e a rilevando la mancata valorizzazione delle rispettive situazioni patrimoniali e infine l’eccessiva importanza attribuita allo stato di salute della donna pur non essendo supportato da prove sufficienti.
La Corte di Cassazione ha però respinto il ricorso del marito confermando la decisione dei Giudici della Corte di Appello di riconoscere di diritto alla ex moglie un assegno divorzile di € 200 affetta da depressione e ansia tanto da compromettere le sue capacità lavorative. Per i giudici lo stato depressivo può variare la situazione economica di una persona condizionando pesantemente la ricerca di un nuovo lavoro e, pertanto, è in grado di impedire la possibilità di procurare a sé stessi un reddito adeguato al proprio sostentamento soprattutto se non si è più in giovane che di per sé costituisce già una discriminante nel mondo del lavoro.
Divorzio e depressione: Con la sentenza del 2 ottobre 2020 n. 21140 la Cassazione ha stabilito che spetta l’assegno di divorzio alla ex moglie che ha perso il lavoro, ha difficoltà anche per l’età a trovarne un altro e soffre di depressione. Ciò perché un forte stato d’ansia e depressivo compromette inevitabilmente la ricerca di un nuovo lavoro che garantisca autosufficienza.